Perché i film del terrore sono molto più contagiosi emotivamente di eventi come l’11 settembre o i massacri in Ruanda?

Da Jonathan Gottschall in L’istinto di narrare

…In uno studio del 2009, la psicologa Joanne Cantor ha dimostrato che molti di noi sono traumatizzati da questo tipo di narrazioni. Il 75% dei suoi soggetti di ricerca riferiva di aver provato intensa ansietà, pensieri distruttivi e insonnia dopo aver visto un film dell’orrore. In un quarto dei soggetti, gli effetti dell’esperienza perduravano per più di sei anni. Ma l’aspetto più importante dello studio di Cantor è il fatto di non essere condotto sui film in particolare, bensì sulle reazioni di paura prodotte da tutti i mass media: notizie televisive, articoli di giornale, interventi politici, e così via.

Tuttavia, nel 91% dei soggetti di Cantor, erano i film del terrore, e non gli incubi del mondo reale come l’11 settembre o il genocidio del Ruanda perpetrato a colpi di machete, la fonte dei ricordi più traumatici.

Le emozioni della finzione narrativa sono altamente contagiose, e così anche le idee. Come afferma lo psicologo Raymond Mar, «I ricercatori hanno ripetutamente riscontrato che gli atteggiamenti dei lettori tendono a diventare più congruenti con le idee espresse in un’opera di finzione narrativa».

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