Avrebbe dovuto capirlo, troppo grande e fredda quella casa. Avrebbe dovuto pensarlo, magari era presto per una casa assieme. Avrebbe dovuto saperlo, le vetrate d’inverno sarebbero state un problema. Avrebbe dovuto immaginarlo con quel sorriso di quando l’avevano vista, e poi era primavera, si, anche allora erano un problema, l’umidità del tramonto, che non vedeva più neanche il Po, solo macchie gialle, che si accendevano e segnavano l’argine, i lampioni della ciclabile; e l’umidità col buio che ancora si faceva ghiaccio, era primavera, e lui raschiava, per veder fuori. Poi viene il caldo, certo, con quel sorriso poi viene il caldo. E ora il caldo era andato, raschiava ghiaccio, freddo alle dita e fastidio, ultimo giorno, ultimo e unico inverno lì.

(Io te lo avevo detto che poi andavo via io te lo avevo detto io non ci potevo stare così io non so stare io basta io lo avevo detto vero?)

Era stato meglio in estate, col caldo, il bagno nella rientranza del fiume do-ve non c’era mai nessuno, l’acqua limpida e non troppo profonda, ma ab-bastanza per la sua ansia, i tuffi di lei dal gozzo arenato, che non avevano mai saputo di chi fosse, lui avrebbe voluto comprarlo per risistemarlo e uscirci sul fiume, lei che non era il caso che già la casa; e quando basta i tuffi e nuotare rientravano bagnati, le sdraio in terrazzo, vicini, lei lo cercava con la mano, fermo, vieni, così; gli occhi chiusi.

–              A capodanno – gli disse- voglio una stufa grande, l’odore della legna, e il tappeto, quello che abbiamo visto ieri. Tu scegli il vino, cucini, io addobbo e preparo i piatti, mangiamo sul tavolino basso, sul tappeto, davanti alla stufa.

 

(io che in quel momento

io in quel momento così tanto dipende da te che tanto più grande hai tanti anni hai tanta esperienza hai tanta storia hai tanto e

io cosa aggiungo a tanto che già tanto sto peso

io che tu mi piaci quando bevevamo assieme che ti arrabbiavi quando fumavo che dicevi no non si può qui ci guardano e chi se ne frega andiamo via

io che tu mi piaci io che al sole dico la stufa

io che mi piace il fiume con le piante verdi dentro non è mica il mare non mi ci hai portata al mare ci andavo con tutto non c’è più tutto altri-menti non stavo qui con te che quando tutto la lingua bruciata te non hai più sapore  non sei te è lingua bruciata non più sapore io allora lo volevo dire lo ho detto e tu cosa come ascolti quello che diciamo non è quello che ascoltano io lo ho detto io che al sole la stufa

io se restavo allora andava bene vero

io resto io me ne vado lo sapevi mi dispiace che cazzo stai male adesso che mi dispiace che io sto male che se stavo bene restavo che non ‘sta fatica e ‘sto male

Io che la lingua bruciata)

 

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